Genesi
un progetto frutto di otto anni di lavoro e oltre trenta reportage, iniziato nel 2003: Genesi. La Terra come risorsa magnifica da raccontare, contemplare, conoscere, amare. Un pianeta da salvaguardare, assumendo nuovi comportamenti più rispettosi della natura e di quanto ci circonda. Una sorta di grande antropologia planetaria, un grido di allarme, un tributo visivo. Un viaggio fotografico fatto di oltre 200 immagini – in un bianco e nero lirico e potente – di mondi in cui natura, animali ed esseri viventi vivono ancora in equilibrio con l’ambiente: dalle foreste tropicali dell’Amazzonia, del Congo, dell’Indonesia e della Nuova Guinea ai ghiacciai dell’Antartide, dalla taiga dell’Alaska ai deserti dell’America e dell’Africa fino ad arrivare alle montagne dell’America, del Cile e della Siberia.
Un progetto altissimo, fuori dall’ordinario, per respiro e proposito: «ricongiungerci con il mondo com’era prima che l’uomo lo modificasse fino quasi a sfigurarlo», come scrive il fotografo brasiliano. «Uno stimolo per imparare a guardare il nostro pianeta in modo diverso e capire l’importanza di proteggerlo», come scrive sua moglie Lélia Wanick Salgado, che spiega: «Genesi è la ricerca del mondo delle origini, come ha preso forma, si è evoluto, è esistito per millenni prima che la vita moderna accelerasse i propri ritmi e iniziasse ad allontanarci dall’essenza della nostra natura. È un viaggio attraverso paesaggi terrestri e marini, alla scoperta di popolazioni e animali scampati all’abbraccio del mondo contemporaneo. La prova che il nostro pianeta include tuttora vaste regioni remote, dove la natura regna nel silenzio della sua magnificenza immacolata; autentiche meraviglie nei Poli, nelle foreste pluviali tropicali, nella vastità delle savane e dei deserti roventi, tra montagne coperte dai ghiacciai e nelle isole solitarie. Regioni troppo fredde o aride per qualsiasi cosa salvo per le forme di vita più resistenti, aree che ospitano specie animali e antiche tribù la cui sopravvivenza si fonda proprio sull’isolamento.
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